Che cosa significa essere giovani oggi? Significa diventare adulti affrontando problemi di enorme portata: il cambiamento climatico, la disoccupazione giovanile, l’inflazione. E non venire ascoltati mai, se non per voci mediate da questionari, istituzioni, scuole. Invece, nell’incontro organizzato a L’Aquila venerdì 12 per il Festival della Partecipazione, sono stati i giovani a parlare e a raccontare le loro esperienze in un workshop partecipato. Ogni gruppo ha presentato il proprio progetto chiedendo al pubblico di indovinare, attraverso dei post-it, le persone coinvolte, i limiti incontrati e le possibili soluzioni.
Phya (leggesi “Pia”) è una ragazza del Bangladesh che dal 2017 ha creato con ActionAid un progetto quinquennale completamente concentrato sui giovani: sullo sviluppo delle capacità attraverso il teatro e internet; sulla difesa dei diritti e l’insegnamento dei doveri; sulla ridiscussione del loro ruolo nella società, per sradicare usanze come il matrimonio infantile e l’esclusività maschile dello sport.
È stato poi illustrato il progetto “Agente 0011”, che offre finanziamenti per lo sviluppo del territorio ad iniziative di giovani e studenti che corrispondano ad una mappatura dei bisogni. Per prime hanno presentato il loro progetto Letizia e Federica, liceali di Roma, che con gli altri ragazzi del loro istituto hanno voluto pensare il loro quartiere, Tor Bella Monaca, come più inclusivo e sostenibile: hanno coinvolto attivamente le famiglie per creare spazi verdi e zone sportive; hanno creato eventi e lanciato un giornalino del quartiere, per accettarne e discuterne la multiculturalità. Le più grandi difficoltà? Superare i pregiudizi dei residenti e il loro scetticismo: missione compiuta.
Sempre all’interno di “Agente 0011”, alcuni ragazzi del liceo “Caravaggio” di Milano hanno mostrato la loro iniziativa, realizzata in collaborazione con l’università “Cattolica” ed alcune cooperative, per una città più sicura (specialmente di notte), con più servizi e con una riqualifica di alcuni quartieri, che ha incontrato le difficoltà degli scettici politici locali e della burocrazia.
Dopo di loro, Carolina ha raccontato l’esperienza della sua scuola milanese, in cui organizza il bilancio partecipativo degli studenti: un’operazione di trasparenza e responsabilizzazione che serve a formare cittadini attivi, che non abbiano paura di esprimere giudizi.
Ultime, ma di certo non per importanza, alcune ragazze venute a L’Aquila dall’Irlanda, con l’associazione “Concern Worldwide”, che porta i problemi delle città e della politica direttamente nelle scuole. Le quattro ragazze hanno vinto un contest che le ha portate in Malawi, dove si sono occupate di prevenzione sanitaria, parità di genere e sviluppo sostenibile.
Importante è stata la partecipazione attiva del pubblico, che ha chiesto, proposto, chiarito e riso durante tutto l’incontro, e l’entusiasmo degli organizzatori.
a cura di Margherita Baldi